Il Pendolo oscilla in Africa
Indipendentemente da come la si vuole chiamare la competizione per gli spazi dello scacchiere mondiale è già in corso
UN BENGALA NELLA NOTTE
Con la morte a febbraio dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio in Congo, i mass media nazionali hanno brevemente posto i riflettori sull’importanza delle terre rare e di minerali, come il cobalto, nell’economia rinnovabile (e nell’economia futura in generale) senza però approfondire veramente la questione.
Al di là delle circostanze della morte del diplomatico, che già all’epoca ci fecero insospettire viste le dinamiche violente e poco chiare, il Congo era uno di quei paesi più sensibili ad una possibile offensiva occidentale, nel momento in cui questi cercasse di recuperare i rapporti sempre più difficili con la Francafrique.
Come se non bastasse il Dragone sembrava avvicinarsi sempre di più ad un’intesa solida con il governo locale, in relazione ai permessi per l’estrazione e forse anche all’usufrutto di Cobalto (le stime odierne pongono lì la metà dei depositi mondiali conosciuti), scatenando così ansie importanti tra le quali quelle delle aziende dell’automotive.
Nemmeno un anno dopo la situazione si è invertita con l’accordo garantito dal governo centrale a Pechino in bilico a favore degli Stati Uniti, e l’autorizzazione della capitale Kinshasa ad operazioni antiterrorismo congiunte con gli americani.
Si potrebbe però argomentare che un evento solo non crea una tendenza.
Questo sarebbe vero se non stessimo parlando di uno di cinque esempi.